Berlin
Nei primi giorni di marzo abbiamo prenotato un piccolo viaggetto a Berlino della durata di quattro giorni. Eravamo inizialmente in quattro, ma poi siamo diventati sei. Io ero già stata in questa città per due settimane e mi ero trovata subito a casa, fin dal primo momento l’ho adorata e si è poi rivelata la mia città preferita. Per questo ho convinto tutti ad andare a visitarla.
Prima di leggere il nostro diario di viaggio, alcuni consigli:
Dove abbiamo alloggiato:
- Berliner Hof, fermata Zoologischer Garten. Proprio di fianco alla famosa Gedachtniskirche.
- Qui il sito dei trasporti berlinesi. La zona AB è il centro (giornaliero: 6.30 euro). Le eventuali gite a Potsdam o al campo di concentramento Sachsenhausen rientrano nella zona C (giornaliero: 6.80).
- Il tradizionale Starbucks
- Ma soprattutto il Cafè Marx, un posticino piccolo e carino. Le colazioni sono ottime e abbondanti. Potrete mangiare dal croissant con la nutella, ai pancakes, al bacon con le uova, alla frutta.
- Treffpunkt Berliner Alt-Kneippe, un pub con cucina tipicamente tedesca non lontana da Unter den Linden.
- El dorado, un mix tra una steak-house e un ristorante messicano.
- Maredo
- Zur Gerichtslaube, una sorta di locanda d’altri tempi a Nikolaiviertel, uno dei quartieri più tipici di Berlino
- Tadschikische Teestube, una sala da tè tipicamente tagikistana, dove per entrare dovrete togliervi le scarpe
Domenica 22 maggio 2011
Sveglia alle 4 alla volta di Orio al Serio da dove alle 6.45 sarebbe partito il nostro volo Ryanair. Il check in lo avevamo fatto il giorno prima online ma, avendo paura di dover pagare una sovrattassa (40 euro per persona!!) nel caso in cui i nostri bagagli a mano avessero sforato anche solo di un cm, abbiamo preferito portarci uno zaino a testa e poi imbarcare una grande valigia, quindi una volta arrivati all’aeroporto ci siamo diretti al banco per far mettere nella stiva la nostra valigia e siamo andati a far colazione. L’aereo è stato puntualissimo, e alle 8 circa eravamo già atterrati all’aeroporto Schonefeld. Ritirati i bagagli, siamo andati nell’edicola dell’aeroporto (‘Presse und buch’) dove abbiamo comprato i biglietti per il treno diretto verso la città (3 euro a biglietto) che impiega all’incirca una mezz’oretta. Alle 9.30 eravamo già in città, un po’ addormentati, ma con un’intera giornata davanti! Il nostro hotel, il Berliner Hof, era in una posizione strategica: Zoologischer Garten, zona piena di negozi e perfettamente servita da metropolitana, passante ferroviario, treno ed autobus! Lasciate le valigie in hotel (la camera viene data alle 15.00) ci siamo avviati alla scoperta della città. Proprio perchè eravamo affamati e perchè ne avevamo uno dietro l’angolo abbiamo fatto una breve sosta da Starbucks per un frappuccino e un buon cookie; dopo di che abbiamo fatto un giro per la famosa Kurfurstendamm, via enorme (come tutte le strade a Berlino) piena di ogni tipo di negozio, da quello di souvenir, all’Hard Rock Cafè a Prada e Valentino. Abbiamo poi preso la metro (vi consiglio di comprare il biglietto giornaliero che costa 6.30 euro e vi permette di utilizzare tutti i mezzi fino alle 3 di notte. Impossibile pensare di girare la città a piedi, è davvero troppo grande!) e siamo scesi alla stazione centrale, Hauptbahnof. A parte il fatto che è molto bella, completamente fatta di vetro, arrivando qui si può iniziare un itinerario a piedi molto carino. Usciti dalla stazione, infatti, si passa sopra il fiume, sul qualche ci sono vari locali pieni di sdraio per prendere il sole, arrivando dapprima al Bundestag, gli uffici dei parlamentari, e poi ci si trova davanti al Reichstag, il parlamento tedesco. E’ veramente bellissimo e.. blindatissimo!
Quante guardie, non ci si può quasi avvicinare. A quanto sapevo avevano tolto la possibilità della visita della cupola (che avevo fatto in passato e posso dirvi che vale davvero la pena) e invece ora si può di nuovo. Vado a chiedere e un ragazzo, quasi infastidito, mi risponde che bisogna prenotare, per forza su internet (su questo sito), almeno tre giorni prima. Quindi, niente, a malincuore ci dobbiamo rinunciare. Dopo le foto di rito davanti al parlamento passiamo di fianco al Tiergarten, grandissimo parco, per arrivare verso la porta di Brandeburgo. Prima di arrivar lì (e di riuscire ad attraversa la strada visto la grandissima biciclettata organizzata dalla città, c’erano non so quante migliaia di ciclisti!) ci troviamo di fronte ad alcune croci bianche, relative alle persone che proprio in quel punto avevano provato ad oltrepassare il muro, purtroppo senza risultati. Proprio lì di fianco troviamo lì vicino un signore ammanettato al cancello su cui ci sono le croci, in una sorta di protesta contro coloro che quelle croci vogliono togliere. E’ lui lì a ribadire, che non bisogna dimenticare.
Prima di andare a vedere la porta di Brandeburgo, siamo andati al memoriale dell’olocausto che si trova proprio lì vicino. E’ una piazza interamente ricoperta di blocchi rettangolari di diverse altezze e misure. Passandoci in mezzo si ha l’impressione di disorientamento e oppressione, chiaro riferimento al passato. Cliccate qui per capire meglio.
Siamo poi arrivati finalmente alla porta di Brandeburgo, e dopo aver fatto mille foto di rito siamo andati in un panificio proprio nella Pariser Platz, ossia la piazza davanti alla Porta, a riposarci, a mangiare qualcosa e, finalmente, a gustarci un buon brezel. Dopo di che abbiamo fatto una lunga passeggiata Unter den Linden, cioè il grandissimo viale che dalla porta di Brandeburgo conduce fino al Duomo. Anche questa è una via piena di negozi e bar tipici e, inoltre, lungo questo viale potrete incontrare numerosi baracchini dove vendono i gustosissimi Curry Wurst, spuntino caratteristico della città, composto da wurst al curry e patate al forno e, talvolta, da un tè freddo alla menta (buonissimo!)
Nonostante fossimo ormai stanchissimi siamo riusciti a visitare la Bebelplatz, dove oltre ad una bella chiesa si trova il simbolo del rogo dei libri nel 1933, attraverso un vetro sul pavimento si riesce infatti a vedere una libreria vuota. Da qui siamo arrivati al Duomo, davanti al quale c’è un grande giardino con una fontana grazie alla quale ci siamo un po’ rinfrescati prima di tornare in hotel con l’autobus 100, che si può utilizzare al posto del più caro City Sight Seeing in quanto fa tutto il giro della città.
Dopo una doccia e una bella dormita siamo usciti per andare a cena in un pub vicino a Unter den Linden, al Treffpunkt Berliner Alt-Kneippe, dove abbiamo mangiato carne, wurst, patate e bevuto tanta birra (io in realtà mi sono limitata ad acqua naturale!), insomma tipica cena berlinese e dopo diretti in hotel a riposare.
Lunedi 23 Maggio
Prima tappa della giornata: Cafè Marx. Un piccolo bar scovato su internet che si è rivelata una grandissima scoperta! Si trova nel quartiere di Kreuzberg, dalla fermata della metropolitana dista davvero poco e, anche se da fuori potrà non sembrarvi invitante, entrate e non ve ne pentirete! Aprendo il menu infatti troverete davvero di tutto, dolce, salato, frutta.. tutto quello che volete.
Da questo delizioso bar la East Side Gallery, ossia 1.5 km di muro completamente dipinto in dal 1990 in poi. Qui si trova il famoso bacio, altre immagini che vi risulteranno sicuramente familiari, ma anche tante che non conoscete e che vi stupiranno.
Da lì ci siamo diretti con la metropolitana a Oranienburg, per arrivare al campo di concentramento di Sachsenhausen. Dalla stazione ci si mette circa 20 minuti a piedi e si passa attraverso un paesino molto carino ed è molto semplice arrivare a destinazione, in alternativa di può prendere anche un autobus, il numero 804 se non sbaglio. L’ingresso è gratuito, mentre per l’audioguida, fatta benissimo anche in italiano, si pagano 3 euro. Nessuno di noi aveva mai visitato un campo di concentramento ma ci sembrava doveroso andare a conoscere realmente un posto così drammatico. A parte il fatto che era lunedì e le baracche ed altri parti non erano visitabili, ci ha messo davvero una grande angoscia addosso. Mi sono venuti i brividi, nel sentire cosa succedeva lì e trovarmi proprio in quel posto, nemmeno tanti anni dopo. E’ un passo di storia di cui abbiamo sentito parlare, che abbiamo studiato, ma che secondo me non si riesce a capire del tutto finché non ci si trova effettivamente lì.
Siamo stati lì fino alle 18, orario di chiusura, il vento iniziava ad esser freddo e quindi abbiamo deciso di tornare in hotel per prepararci prima di uscire a cena. Abbiamo scelto un ristorante abbastanza vicino all’hotel, El dorado, di cui avevo letto ottime recensioni online prima di partire. Anche da qui, infatti, siamo usciti soddisfatti.
La serata però non si è conclusa qui, abbiamo deciso di andare a Potsdamer Platz, che secondo me vale la pena di essere visitata soprattutto di sera. Infatti la sera i grattacieli sono illuminati e il grande edificio Sony Center (progettato, tra gli altri, anche dal ‘nostro’ Renzo Piano) si illumina e si colora. Dopo un giretto e qualche foto, abbiamo fatto una piccola sosta da Dunkin’ Donuts per un cappuccino e qualche ciambella. Provatele perché son veramente buone! Anche se era già piuttosto tardi, non potevamo perderci l’occasione di vedere la porta di Brandeburgo illuminata, visto che era a due passi da lì. E’ veramente uno spettacolo da non perdere, siamo rimasti lì ad ammirarla per un po’ ed inoltre dietro la Porta si scorge anche la Siegessaule, ossia la Colonna della Vittoria.
Pienamente soddisfatti anche di questa giornata, torniamo a Zoologischer Garten dove vediamo anche la parte nuova della nostra vicina Gedachtnisskirche (purtroppo in restaurazione) completamente illuminata di blu! 🙂
Martedì 24 maggio
Sveglia, veloce colazione e partenza in direzione Museo ebraico. E’ una tappa fondamentale nella visita alla città secondo me. Rimarrete subito colpiti dall’esterno del museo, non dall’edificio in cui entrerete ma da quello di fianco, alto, pieno di ‘tagli’, in cui vi troverete nel giro di poco una volta entrati. Il prezzo è di 5 euro se non sbaglio (la metà per gli studenti, basta avere la tessera, che io avevo dimenticato a casa, ma hanno chiuso un occhio!) e si può prendere l’audioguida, noi non l’abbiamo presa poichè io l’avevo già visitato e mi ricordavo gran parte delle cose che la guida mi aveva spiegato e per il resto, si può leggere qua e là! 🙂 C’è l’intera storia del popolo ebraico, dall’antichità ai giorni d’oggi, il passaggio dalla loro ricchezza alla loro persecuzione. E’ un museo in qualche modo ‘interattivo’. La parte che sicuramente più vi colpirà è la parte di Daniel Libeskind, formato da tre parti che vi faranno provare sensazioni diverse, ma tutte molto forti.
Usciti dal museo abbiamo camminato un po’ fino ad arrivare al famoso Checkpoint Charlie, uno dei punti di passaggio nel periodo del muro. Una parte che a me non è piaciuta granchè, è molto ‘finta’. In mezzo alla strada si trova infatti una guardia con la bandiera americana con cui con 2 euro si può fare una foto e nient’altro. Proprio lì c’è però un museo, Checkpoint Charlie appunto, ricco delle testimonianze delle persone che provarono e riuscirono a scappare ad ovest nei metodi più strani!
Proseguendo sempre su Friedrichstrasse, si arriva ad una delle piazze, a mio avviso, più belle. Gendarmenmarkt. In questa piazza si trovano le due chiese gemelle, il Duomo francese e quello tedesco, la Konzerthaus e la statua di Schiller. Faceva davvero molto caldo e iniziavamo anche ad avere un po’ di fame, quindi non siamo andati molto alla ricerca e siamo andati da Maredo, che si trova proprio in piazza. Non l’avevamo inizialmente notato, ma visto che moltissimi berlinesi avevano in mano un sacchetto take away di questo posto ed erano sparsi tra praticelli, gradini e panchine a mangiarlo, abbiamo pensato di provare! Niente di tedesco, una mega grigliata e patatine fritte, ottimo! Ma sopratutto una buonissima mousse al cioccolato 🙂 Appena usciti da Maredo ci siamo resi conto di quanto il tempo fosse cambiato, tutto grigio e con un vento fortissimo. Le strade sono enormi e non c’è modo per stare un po’ riparati. Nonostante stessimo congelando (eravamo in pantaloncini corti e tshirt!) abbiamo proseguito il nostro giro dirigendoci verso il Duomo, dove volevamo entrare, ma non è stato possibile poichè era in corso un concerto.. di salire per goderci il panorama neanche per sogno, troppo troppo vento!
Siamo quindi passati per l’isola dei musei, fermandoci a fare qualche foto sul ponte, e poi ci siamo trovati di fronte a queste bellissime statute di ragazze e ragazzi nudi seduti sulla sponda del fiume. Un angolo scoperto per caso, ma bellissimo!
Proprio dall’altra parte della strada c’è un piccolo parco con all’interno due grandi statue di Marx ed Engels, breve sosta lì, passeggiata lungo il fiume fino ad arrivare ad uno dei quartieri a mio avviso più belli e caratteristici: Nikolaiviertel. Sembra un paesino a sé, pieno di ristorantini e negozietti (un po’ cari..) e poi c’è la famosa Nikolaikirche, altissima! Proprio lì di fianco c’è il ristorante di cui avevo sentito parlare benissimo ‘Zum Nussbaum’, ed effettivamente è proprio carino, entro per chiedere se si può prenotare per la sera stessa e una signora mi risponde scocciata che non accettano prenotazioni, beh.. proveremo comunque a passare di qui.
Attraversando questo carinissimo quartiere arriviamo davanti al Municipio rosso, alla fontana di Nettuno (molto bella!) e all’altissima Fernsehturm, la torre della televisione. Si può salire e godersi il panorama a 360°, ma non è esattamente economico (11 euro). Come consiglio, se volete godervi comunque un bel panorama, salite all’ultimo piano del vicino Park Inn (sembra bassissimo in confronto, ma si gode comunque di un ottimo panorama) magari verso il tramonto, prendete qualcosa da bere al bar e godetevi lo spettacolo! 🙂
Dalla torre della televisione ad Alexanderplatz sono veramente due passi. A me personalmente questa piazza non piace particolarmente, oltre al famoso orologio con tutti i fusi orari del mondo che effettivamente merita una visita, non c’è altro. La sera si anima e diventa molto più bella, ma di giorno.. mah.
Il vento era ormai davvero fortissimo e stavamo pensando di tornare in hotel a cambiarci per lo meno, quando ci è venuto in mente di un posto che non si poteva assolutamente perdere, una sala da tè tipicamente tagikistana: Tadschikische Teestube. Dovete assolutamente andarci! Si trova davanti alla Bebelplatz, in un bel palazzo. La sala da tè è abbastanza piccola, ci sono sia i posti ai tavoli che i posti a terra, dove, lasciando le scarpe fuori, potrete accomodarvi e rilassarvi su cuscini e tappeti in un’atmosfera da togliere il fiato. La lista dei tè è vastissima e comprende anche una serie di dolci. Noi abbiamo optato per la cerimonia russa del tè (che è per minimo due persone) e per il “five o’clock tea”. Quest’ultimo era tè con panna, tanti dolcetti e marmellate fatte in case a dir poco squisito! E dire che non sono una grande fan del tè.. Ma la cosa veramente tipica di questo posto è la cerimonia russa del tè. Tanti dolcetti e cristalli di zucchero, tè scuro e vodka, un mix veramente da provare.
Dopo questa merenda un po’ fuori dal normale decidiamo di tornare in hotel e prepararci per la sera. Come avevamo deciso torniamo al ristorantino che volevamo provare, ma quando chiedo se c’è posto la signora mi dice in poche parole di andare a guardare da sola, il posto non c’è e a questo punto sono anche ben contenta di cambiare posto, ne avevo già avvistato uno che mi ispirava. Il Zur Gerichtslaube, che da fuori sembrava un qualsiasi posto turistico, ma dentro.. beh dentro è tutta un’altra cosa. Piuttosto piccolo, sembra un’antica osteria tedesca. Il cibo si rivela ottimo, gentilissimi i camerieri e usciamo davvero sazi, tant’è che il nostro progetto di andare a bere qualcosa dopo sfuma, non ce la facciamo proprio.
Mercoledi 25 maggio
Ultimo giorno a Berlino, forse! Infatti le notizie di cancellazioni di voli per il vulcano in Islanda si susseguono fino ad arrivare ad un punto in cui più della metà del nostro aeroporto è chiuso. Ma il nostro aereo è alle 21.05, abbiamo comunque tutta la giornata.
La mattina decidiamo di tornare al Cafè Marx per farci un’ultima buonissima colazione. Come al solito non delude e ci dirigiamo verso Hackesche Hofe, un altro bel quartiere formato da un susseguirsi di cortili pieni di negozietti di artigianatato, bar caratteristici, locali e gallerie d’arte. Queste sono anche residenze però, fuori dalle quali, guardando sul marciapiede potrete molto spesso trovare delle placche di ottone (in modo tale che più ci si cammina sopra, più diventa splendente) con scritti i dati degli ebrei che abitavano lì che furono deportate.
Tutto in questa città ha un significato, tutto ricorda la storia di questo Paese ed è stupendo andare in giro a scoprirla trovando sempre qualcosa di nuovo.
Dopo aver preso del cibo cinese take away ci siamo dati ad un po’ di shopping e alla ricerca di qualche souvenir da portare a casa. A metà pomeriggio ci siamo concessi un buonissimo currywurst con patate e tè alla menta e poi ci siamo diretti al famoso sesto piano del Ka De We. E’ una sorta di Rinascente/Harrods gigantesco, dove potrete trovare di tutto, ma ciò che merita davvero è il sesto piano. Penso di non aver mai visto tanti dolci, affettati, acque, frullati, sughi ecc tutti insieme! Vendono davvero di tutto. Ci sono anche dei banchi dove si può mangiare, noi essendoci già presi il currywurst abbiamo scelto chi un frullato fresco, chi una mousse al cioccolato e frutta (io!) e chi una mega torta con fragole e panna.
Il nostro treno per l’aeroporto partiva alle 18.28, è arrivato puntualissimo e alle 19 circa eravamo all’aeroporto. Check in, qualche acquisto, cena e.. beh, sarebbe ora di imbarcarsi ma il numero del nostro gate è l’unico che non esce. “Please wait”. Nel giro di un quarto d’ora il piccolo aeroporto è pieno di italiani che non sanno se torneranno o meno a casa, qualcuno tenta di seminare il panico ma, finalmente, il numero del nostro gate esce. Ma è solo un’illusione perchè, arrivati giù, il nostro aereo non c’è e dobbiamo aspettare ancora tre quarti d’ora. Alla fine ce la facciamo, arriviamo piuttosto tardi a Malpensa con il nostro volo Easyjet, stanchi ma soddisfatti.
Berlino è una città magnifica, piena di storia ma moderna, enorme ma a misura d’uomo. C’è un’atmosfera che fa sentire a casa, i tedeschi sono gentilissimi e superdisponibili (quanti si sono fermati di loro spontanea volontà quando ci hanno visto indecisi sulla metro da prendere, quanti ci hanno accompagnato direttamente in un posto dove non sapevamo arrivare, quanti ci hanno chiesto se volevamo una foto tutti insieme mentre eravamo semplicemente tutti vicino ad una chiesa o un monumento) e non finiscono mai di stupirmi.
Insomma, appena ne avete la possibilità.. andate a Berlino!
Fuga dalla città: Valle d’Aosta
Dicembre 2010
Per il mio compleanno, a settembre, le mie migliori amiche mi avevano regalato un cofanetto Smartbox, ‘Insolito fuoriporta’ per l’esattezza. Per chi non lo sapesse, in questo cofanetto si può scegliere un soggiorno in tutta Italia, con la colazione compresa. Visto che a dicembre ricorreva in nostro anniversario, ma non potevamo andar chissà dove, abbiamo deciso di sfruttare la Smartbox per farci qualche giorno in montagna, precisamente in Valle d’Aosta. Solitamente, infatti, non avremmo mai scelto di andare in montagna, siamo più tipi da mare, quindi quale occasione migliore di questa per cambiare un po’?
Tra i vari soggiorni disponibili abbiamo scelto questo bed&breakfast molto carino, il Sam’ Suffy. E’ in un paesino molto piccolo, dove effettivamente c’è poco o niente (oltre ad un panorama fantastico), ma è molto vicino sia a Champoluc che ad Aosta.
Arrivati lì nel primo pomeriggio, dopo una chiaccheratina con il proprietario, che abbiamo scoperto essere un ex vicino di Michi a momenti poi trasferitosi nella tranquillità della Valle d’Aosta, siamo andati nella nostra camera. In azzurro, con il letto in ferro battuto e un bel balconcino con i fiori.
Ci siamo riposati un pochino e poi siamo usciti diretti verso Champoluc. E’ un paese molto carino, di cui certamente avremmo potuto apprezzare le piste da sci se non fosse che non abbiamo probabilmente mai indossato un paio di sci! Abbiamo, quindi fatto un giro per il paese dove si trovano un po’ di negozietti e una grossa pasticceria. La prima cosa che abbiamo notato e a cui abbiamo subito fatto un bel po’ di foto è, però, il pino di ghiaccio che si trova sul letto del fiume che attraversa il paese. E’ così strano! Abbiamo poi trovato una bella pista da pattinaggio ma, ahimè, non so nemmeno pattinare e quindi abbiamo passeggiato un po’ nella tantissima, bianchissima e sofficissima neve che c’era nei pressi del fiume.
Essendo in mezzo alle montagne, però, il sole tramonta presto e quando il sole non c’è, il freddo inizia davvero a sentirsi, quindi siamo andati a rifugiarci in un bar molto carino vicino al famoso pino di cui vi parlavo prima, dove con una bella cioccolata calda ci è stato servito anche qualche biscotto.
Nonostante guanti, sciarpe e cappelli, il freddo era veramente troppo e così, decidiamo di tornare in camera, dove ci aspetta una bella doccia calda e alle 20, la cena. Ci aspettavamo una cena semplice, pasta, polenta o poco altro e invece.. ci troviamo antipasti, primi, secondi e dessert raffinati e buonissimi! E’ stata una piacevole scoperta per la quale siamo stati felici di fermarci una notte in più (non compresa nella Smartbox, ma che abbiamo pagato se non sbaglio circa 50 euro a testa con colazione e cena compresa).
Anche la colazione era ottima, marmellate fatte in casa e altre prelibatezze, inoltre la signora è davvero carinissima e ci ha tenuto un po’ compagnia.
In giornata abbiamo deciso di andare ad Aosta, dove non eravamo mai stati ma che, forse, non siamo riusciti ad apprezzare del tutto a causa del freddo ma soprattutto del vento! Ci siamo limitati a fare un giro della città, delle varie viette molto caratteristiche e dei negozietti di artigianato. Come al solito, affamatissimi, abbiamo trovato un ristorante con menu tipicamente valdostano che ci ha subito attirato. La mia polenta alla valdostana, infatti, non ha assolutamente deluso le mie aspettative. Ci siamo scaldati e riempiti la pancia, quindi potevamo ricominciare il nostro giretto. La piazza è veramente bella, gli addobbi natalizi poi, creavano una bellissima atmosfera.
Pochi giorni laddove non saremmo probabilmente mai andati senza un’occasione come questa, dove abbiamo patito molto il freddo, mangiato benissimo e soprattutto, goduto di panorami da togliere il fiato!
Una giornata a Bellagio
Domenica 29 maggio. Con una bellissima giornata di sole, più estivo che primaverile, non potevamo certo restare a Milano. Per andare al mare ci saremmo dovuti svegliare molto presto e avendo fatto tardi la sera prima, non era un’idea che ci piaceva molto, quindi abbiamo optato per il lago di Como, precisamente a Bellagio.
Siamo partiti verso le 10 (con mooolta calma!) e il viaggio è durato più o meno un’oretta e mezza, non abbiamo trovato traffico, solo tanti tanti ciclisti della domenica mattina che sulle stradine strette tra lago e montagna ci hanno un po’ rallentato.
Arrivati a Bellagio ci siamo resi conto che la nostra stessa idea la dovevano avere avuta in molti, vista la quantità di gente che c’era! Impossibile trovare parcheggio! Inutile dire che quelli che ci sono sono tutti a pagamento, ne abbiamo trovato uno nella piazzetta principale alla modica cifra di 1.50 euro all’ora. Ma i prezzi abbiamo visto che erano tutti tra 1.20 e 1.50. L’alternativa, di cui ci siamo accorti solo più tardi, era lasciare la macchina nel paese precedente e prendere un trenino che, oltre a portarti fino sul lungolago di Bellagio, ti offriva un bel giretto panoramico.
Quindi, dopo aver finalmente trovato un parcheggio, abbiamo fatto un giretto per il paesino. E’ veramente molto carino, stradine strette, case colorate e tanti tanti negozietti. Passando per una vietta affollata di turisti siamo arrivati sul lungolago, una passeggiata e qualche foto e lo stomaco di Michi, come al solito, inizia a brontolare. Su dove mangiare si ha veramente l’imbarazzo della scelta e noi optiamo per un ristorantino proprio con vista sul lago, il ristorante Splendide. E’ il ristorante dell’omonimo hotel e posso solo dire che ne siamo rimasti molto soddisfatti. Abbiamo entrambi ordinato il risotto ai funghi che si è rivelata un’ottima scelta; ci è, infatti, arrivato un enorme piatto molto invitante che si è rivelato davvero buonissimo. Se noi due, mangioni come siamo, dopo un solo primo eravamo già sazi, fidatevi che era veramente una porzione abbondante. Nonostante ciò, il posto per il dessert c’è sempre, soprattutto quando Michi vede sul menù la sua parolina magica: tiramisù. Quest’ultimo per lui quindi e per me una panna cotta al cioccolato, nonostante sul menù ci fosse solo alla fragola.
Usciti sazi e soddisfatti ci siamo diretti nel posto per cui eravamo effettivamente venuti a Bellagio, ossia visitare Villa Melzi o meglio, i suoi giardini. Ci si arriva direttamente dalla passeggiata sul lungolago, l’ingresso costa 6 euro e ci si può restare quanto tempo si vuole. Che dire? E’ un posto meraviglioso, enorme, tranquillo e veramente pittoresco. Abbiamo fatto moltissime foto al suo interno passando prima dal Giardino Orientale dove si trova un ponticello molto carino che passa sopra ad un laghetto pieno di pesci e qualche ninfea, poi attraverso grandi prati pieni di fiori ed alberi con qualche panchina all’ombra dove riposarsi con una vista splendida ed esplorando, poi, il resto del giardino tra cespugli tondeggianti, capanni e giardini di bambù. All’interno di questo paesaggio meraviglioso si trova proprio la Villa che, però, non si può visitare. Dinanzi ad essa però si trova una bellissima terrazza da cui si può godere di un panorama bellissimo e di una bella fontana piena di ninfee. Da qui si può vedere, dall’altra parte del lago, Villa Carlotta, dove andremo, magari, un’altra volta 🙂
Nel parco abbiamo anche trovato uno scoiattolo carinissimo che saltellava qua e là (non si trovano solo nei parchi inglesi allora!).
Usciti dopo qualche ora e con un bel po’ di foto in più ci siamo diretti verso di nuovo verso il paese dove, accaldatissimi, ci siamo fiondati in un posticino davvero carino avvistato la mattina. E’ un negozio dove fanno decine di frullati diversi, yogurt e ghiaccioli fatti da loro. Noi abbiamo optato per due grandi macedonie di frutta e siamo andate a mangiarle in riva al lago. Purtroppo non so il nome del posto, ma è nella discesa principale, quella ricca di negozi e ristorantini. La troverete sicuramente, visto che il paese è piuttosto piccolino 🙂
Dopo una bella merenda abbiamo fatto un ultimo giretto per il paese, comprato qualche cartolina e ci siamo diretti verso la macchina, pronti a ripartire. Il viaggio di ritorno è stato un pochino più lungo a causa del traffico ma, vi dirò, questo lo so solo perchè me l’ha detto Michi.. io ho dormito tutto il tempo!
Anche se breve, è stata una bellissima gita fuori porta e, come vedete, non serve andar lontano per trovare posti stupendi! 🙂
Grè&Michi